Il piano dell’UE che prevede l’imposizione di tasse per le transazioni finanziarie, potrebbe rafforzare la Svizzera, e, di conseguenza, il valore del franco nel mercato FOREX. L’imposta comporterebbe un tasso dello 0,1% e, nel caso in cui l’UE decidesse di introdurla, mentre la Svizzera fosse contraria, sarebbe la Svizzera stessa a trarne sicuramente vantaggio. E’ difficile vedere come la Svizzera non potrebbe uscirne vincitrice, con un forte aumento di scambi in favore del paese elvetico. Ma potrebbe non essere così semplice. In un paese dove il settore bancario è sostanzialmente il dato più grande del prodotto interno lordo, le banche dominano gran parte del processo decisionale. Finanziano non solo le campagne politiche, ma sono troppo grandi per essere ignorate. Prima della crisi finanziaria, due delle più grandi banche svizzere, Credit Suisse Group AG e UBS AG, detenevano quasi il 90% del bilancio totale di tutte le banche del paese. Ma c’è un problema, dato che la Svizzera applica già un bollo alle sue transazioni.
Nel caso specifico, infatti, una transazione fiscale potrebbe essere un doppio smacco. Se un broker svizzero dovesse vendere un titolo a un tedesco, il broker svizzero sarebbe ritenuto residente nell’UE ai fini della tassa sulle transazioni, il che creerebbe la situazione in cui il broker svizzero deve pagare non solo la tassa sulle transazioni UE, ma anche l’imposta di bollo svizzera. Si intravede dunque una situazione in cui il centro del commercio della borsa svizzera potrebbe migrare verso un altro mercato.Londra, ad esempio, potrebbe essere la piattaforma di trading più adatta per le azioni svizzere, soprattutto per il fuso orario rispetto a New York. La situazione per il paese elvetico potrebbe essere complessa nel corso delle prossime settimane, tanto che la tassa sulle transazioni potrebbe rafforzare il ruolo di Londra.