E’ senza dubbio un periodo particolare per i mutui nel mondo e nel nostro paese. Un aumento deciso dei finanziamenti ipotecari per l’acquisto delle abitazioni è stato registrato dall’Abi nel primo semestre dell’anno. Un risultato che vede un aumento di oltre sessanta punti percentuali, ma che va preso “con le molle” viste le consistenti presenze di surroghe, di passaggi da un istituto di credito ad un altro ed alle somme che sono state richieste non propriamente per l’acquisto di una casa, ma per ottenere una liquidità da utilizzare per i lavori edili dopo l’acquisto. Insomma se questo dato appare quanto mai influenzato da fattori esterni, quello relativo agli interessi è invece molto chiaro.
Non è il periodo di massima espansione dei tassi di interesse specialmente dopo i provvedimenti della Federal Reserve americana che ha deciso di far stazionare la quota tra lo 0 e lo 0,25%. Una situazione che non cambia di molto nel vecchio continente dove i prodotti maggiori toccano l’1,5% di tasso. Una situazione che ha sofferto notevolmente di condizioni dell’economia generale come la crisi in Grecia. Ma dopo aver toccato letteralmente il fondo sembra che i tassi possano conoscere un nuovo rialzo nel corso dei prossimi mesi.
La notizia giunge dagli Stati Uniti, dove la banca centrale dopo aver portato i tassi al minimo storico ha spiegato, in una nota, come già nel mese di settembre ci saranno dei notevoli aumenti. L’obbiettivo è l’adeguamento ai tassi di inflazione che nelle prossime settimane toccherà il 2%. Un decisione del genere non potrà che avere delle ricadute immediate sui mutui in Europa con un aumento dei tassi che ora sono i più bassi mai registrati in venti anni. Ma le condizioni sono solo apparentemente favorevoli, basti pensare alle sempre maggiori richieste di garanzie da parte delle banche che garantiscono i tassi minimi solo al 50% di spread solo per coloro che offrono garanzie sufficienti, per gli altri salgono i tassi come diventano sempre più stringenti le condizioni.