Quali possono essere i pro ed i contro della scelta di “prestiti” personali (prestiti non finalizzati) per acquistare in contanti l’auto?
Cerchiamo di sintetizzarli:
1) Le banche svolgono meglio la prassi burocratica, attinente la trasparenza su costi e condizioni. Appunto, è più raro far partire una segnalazione connessa alla finanziaria della concessionaria, essendo ormai abitudine non sempre ingiustificata scagliarsi contro il sistema delle imprese bancarie. E pertanto, era logico attendersi una maggiore, se non perfetta, premura nel rispetto dei diritti fondamentali. Anche in alcuni di questi casi, comunque, non viene consegnato il modulo Ebic, adducendo che la consegna sia vincolata all’accettazione dei prestiti, cosa assolutamente non veritiera. In effetti, quello del finanziamento finalizzato all’acquisto dell’auto è diventato un vero business. Ogni concessionaria si avvale di una finanziaria di gruppo ad-hoc (ad es. Nissan finanziaria, Toyota financial, Sava per il gruppo fiat e così via).
2) Molte banche vincolano la concessione dei prestiti all’apertura del conto, spuntando dalla trattativa così spese ulteriori. Il problema è che in questo caso non commettono violazione di legge, in quanto tale divieto è stato introdotto per i soli mutui e non anche per i “prestiti”. Il gergo settoriale vuole infatti che i prestiti a medio-lungo termine, dotati di un vero e proprio piano di ammortamento e di rimborso (mutui, pur sempre prestiti e non necessariamente finalizzati; basti pensare al mutuo liquidità) non figurino tra i cosiddetti “prestiti” (genericamente a breve termine)
3) Le condizioni finanziarie non migliorano se non si sceglie un prestito-auto finalizzato, e pur non essendo questo tra i finanziamenti a basso tasso d’interesse, non di certo a tasso 0, sempre che non si rispetti la trasparenza. In questo caso la rata sarebbe pari all’importo pagato per la macchina (e non per altre spese) / Durata.