Dopo i dubbi dello stesso primo ministro Matteo Renzi, la riforma sul sistema pensionistico italiano riceve l’altolà anche da Bruxelles. Così i tecnici dell’UE, dopo aver dimostrato dubbi sull’effettiva possibilità di eliminare le imposte sulla casa, ora spengono le speranze anche per una riforma che possa prevedere un sistema di maggiore flessibilità per quanto riguarda i sistema pensionistico. Anche lo stesso esecuivo a guida Pd aveva consigliato una certa prudenza sul tema del sistema previdenziale aggiungendo come non sia all’ordine del giorno una modifica sulle pensioni, almeno per ora.
Il rischio è che con interventi troppo incisivi sul sistema si possa compromettere la stabilità dei conti che a fatica il Governo ha raggiunto in questi mesi. Ma, come spesso accade, al’interno del partito di maggioranza sono davvero tanto le idee contrastanti e più di uno ha obbiettato come una riforma del sistema previdenziale italiano debba essere una priorità assoluta per il governo. In realtà anche gli stessi ministri hanno più volte posto l’accento sull’inadeguatezza della riforma Fornero giudicata come eccessivamente preclusiva per i giovani e penalizzante per i più “anziani” che hanno ben poche possibilità di ritirarsi dal lavoro anticipatamente, come si vorrebbe fare, invece, con la riforma proposta da più parti. Le stime dell’UE sono molto allarmanti per il nostro paese, come tutte le nazioni europee che si trovano a fare i conti con una situazione demografica davvero preoccupante.
Un rapido declino della quantità di forza lavoro in favore dei pensionati sarebbe il fenomeno che in giro per l’eurozona si sta verificando.Se si sovrappongono la curve del rapporto tra spesa per le pensioni e ricchezza generata si può osservare come nel periodo che va dal 2015 e 2020, la situazione rimanga in una condizione di relativa stabilità mentre per il futuro remoto cioè nel 2060, ne esce una situazione che non è proprio delle migliori.