Quella della riforma delle pensioni sta diventando una vera e propria telenovela. La flessibilità in uscita, il rispetto dei conti dello Stato e dei parametri di Bruxelles hanno messo in continua difficoltà l’esecutivo di Matteo Renzi che fino ad ora non è nemmeno riuscito a trovare coperture sufficienti per garantire maggiori garanzie per gli esodati. Insomma una gran confusione regna su Palazzo Chigi.
Quello che sembrerebbe profilarsi, tra il gran can can di ipotesi, variazioni e bonus, è quello di un rinvio che rimanderebbe la questione a tra qualche anno. Insomma tanto rumore per nulla e soprattutto nessun tipo di tutela per i tanti lavoratori che aspettavano con ansia un qualche miglioramento che potesse alleviare le morse di un sistema previdenziale tra i più austeri del vecchio continente. Le dichiarazioni ufficiali di ieri di Palazzo Chigi non lasciano dubbi: la riforma verrà rimandata al 2018. A dichiararlo è il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che a margine della festa del giornale L’Avanti, ha messo in chiaro come, per ora, nessuna modifica sarà effettuata come, tra l’altro, era trapelato da una serie di dichiarazioni del Primo Ministro Matteo Renzi a Porta a Porta.
Continuano ancora gli attacchi ad un sistema che da più parti sembra del tutto ingiusto. “La Fornero – attacca Poletti – è una legge fatta male con uno scalino che limita il turn over.” In sostanza una delle più grandi limitazioni della riforma precedente consiste nel fatto che non offre spazio sufficiente ai giovani. Insomma la volontà di cambiare l’attuale sistema c’è, ma mancano le risorse ed è lo stesso Renzi a voler bloccare qualsiasi forma di cambiamento sia perché toccare il sistema previdenziale non è mai premiante per i consensi sia perché l’attuale sistema, con le sue pecche, garantisce ben 90 miliardi di risparmio ogni anno, una sorta di garanzia per la stabilità dei conti italiani per l’Europa.