Non poteva che lasciare strascichi la decisione della Federal Reserve americana che ha deciso di correggere al ribasso le previsioni di crescita del Prodotto Interno americano. Diretta conseguenza di questa previsione, non proprio rosea, sono stati abbassati anche i tassi di interesse. In conseguenza degli accorgimenti messi in campo dalla Fed il dollaro si è dimostrato immediatamente debole mentre crescono i mercati azionari. Il crollo dal valore del dollaro ha portato ad un rialzo delle quotazioni di numerose compagnie che potranno avvantaggiarsi di una maggiore competitività nei prezzi.
Sono le aziende del settore energetico ed industriale come la Devon Energy, Freeport e Caterpillar ad aver registrato i rialzi maggiori attestandosi, in media, su un guadagno di sette punti percentuali. Sorridono anche i listini di Dow Jones e S&P500 che hanno conosciuto due giorni di notevoli rialzi del valore delle quotazioni. Cresce anche il valore del petrolio che ha raggiunto il massimo dall’inizio del 2016. Segno più nella giornata di oggi, quindi, a Wall Street. Le previsioni rimangono, perciò, su una situazione di rialzo generalizzato, per il breve termine.
Mentre New York festeggia, Milano azzera i guadagni. E’ il settore bancario a destare maggiori preoccupazioni e spingere al ribasso le quotazioni. La Bce ha invitato le due banche popolari, il Banco Popolare e la BPM, di soddisfare delle precise condizioni, prima di dare il via all’operazione. Quasi tutti in rosso gli istituti di credito con Unicredit che si contraddistingue per essere tra le peggiori con una perdita di oltre un punto percentuale (1,39%), male anche Intesa SanPaolo con una flessione dello 0,95% mentre BPM perde oltre mezzo punto percentuale lasciando sul terreno lo 0,52%. Salgono le quotazioni di Mps con un buon +4% con Bper che guadagna l’1,11%. Gli effetti della decisione della Bce di stimolare la liquidità in Europa si sono già affievoliti con il settore bancario non fiducioso nella strategia di Mario Draghi.