L’estensione del bonus di 80 euro ai pensionati potrebbe avere un costo non del tutto sostenibile per le casse dello Stato. L’allarme viene da voci molto vicine a Palazzo Chigi mentre il Primo Ministro, già pienamente impegnato in una sorta di campagna elettorale per il referendum costituzionale di ottobre, promette l’estensione del alle pensioni basse. Sono dieci milioni le persone che potranno accedere alle 80 previste dal Governo. Si tratta di dipendenti con un reddito basso. L’estensione dell’agevolazione anche ai pensionati costerebbe alle casse dello Stato di 2,3 miliardi di euro.
Insomma si tratta di un provvedimento che rappresenta senza dubbio un aggravio per le casse dello Stato ed attuarlo,oggi, sembrerebbe un’ipotesi non completamente attuabile, salvo clamorose novità. Ma le novità per il settore delle pensioni non si fermano qui. La flessibilità in uscita, tema che da mesi viene discusso in dai sindacati, sembra trovare finalmente una possibile soluzione grazie all’Ape. Una proposta di Matteo Renzi che prevede l’uscita volontaria dal sistema di lavoro fino a tre anni prima del previsto. Si tratta di un provvedimento che ha il costo previsto compreso tra i 600 ed i 700 milioni di euro. Ma i punti della riforma non piacciono ai sindacati che più volte hanno chiesto misure maggiori da parte del Governo.
La riforma, così come strutturata inoltre, risulta eccessivamente aggravante per i pensionati ed inoltre risulta conveniente per le sole aziende in crisi. La discussione tra il Governo ed i sindacati potrebbe non essere tranquilla visto che le parti sociali da tempo hanno chiesto degli sforzi maggiori sul tema della Riforma Fornero, da più parti criticata, ma mai realmente intaccata dai provvedimenti degli esecutivi che si sono succeduto al governo di Mario Monti. Anche per la legge sula povertà prevista dal Governo non sembra che le risorse stanziate possa essere sufficienti per coprire al meglio il problema.