Se trovare la coperture per la famigerata riforma delle pensioni da inserire nella prossima Legge di Stabilità sembra un’impresa davvero impossibile, con l’ultima ipotesi all’interno della maggioranza di centrosinistra che propone addirittura un prestito iniziale della aziende che potrebbero versare i contributi negli anni di anticipo alle pensioni, ora una nuova idea dell’Esecutivo Renzi prevede a realizzazione di una radicale sforbiciata alle pensioni più ricche. Si tratta, in primis, di un taglio delle pensioni dei politici che potrebbero vedere abbassare il proprio importo del 50%. Attraverso questa operazione, secondo alcuni calcoli, si potrebbe raggiungere un risparmio di oltre 100 milioni di euro.
Una somma senza dubbio importante, ma in fondo non tanto incisiva per la casse dello Stato che potrebbero giovarsi di ben altri provvedimenti. In realtà nel mirino del Governo non ci sarebbero solo le pensioni dei politici, ma quelle più ricche in generale. Altre voci parlano di una mannaia che si potrebbe abbattere anche sui vari stipendi dei rappresentanti politici, anche a livello locale o che comunque non sono più impegnati nell’attività politica. Si tratta di ex consiglieri regionali che, secondo alcuni calcoli, ogni anno riescono a guadagnare una somma di oltre 63.700 euro lordi. Nel mirino anche gli ex senatori e deputati che, mensilmente, portano a casa ben 5.300 euro. Il provvedimento, nel caso in cui venisse realmente portato a termine, andrebbe ad intaccare le finanze di oltre duemila rappresentanti politici che così vedrebbero il proprio assegno mensile diminuire della metà.
Le mani dell’Esecutivo non hanno mai intaccato questi privilegi e una riforma in questo senso porterebbe a delle reazioni del tutto inaspettate, anche all’interno della maggioranza che guida il paese. Quello che potrebbe profilarsi, attraverso un intervento di questo genere, è una serie di tagli che potrebbero riguardare, non solo le pensioni dei politici, ma tutte quelle con importi consistenti.