Continua la contestazione degli esodati che dopo una settimana di speranze prima nate e poi interrotte dallo stop alla da parte del Ministro dell’Economia settima salvaguardia Pier Carlo Padoan che nel corso del question time, ha dichiarato come le risorse non sono più disponibili per il semplice motivo che i risparmi di cui si era parlato nel recente passato non avessero nessun tipo di fondamento. La situazione si potrebbe in parte sbloccare nel caso in cui venissero accertate l’esistenza e l’entità precisa si questi risparmi. Opinioni diametralmente opposte vengono, invece, dal comitato degli esodati che definiscono le dichiarazioni del ministro totalmente insufficienti. Una condizione di netto contrasto viene sottolineata dal presidente del gruppo che fa notare come la volontà politica di superare il problema sia stata già ampiamente manifestata dal Parlamento attraverso la proposta di legge che è stata approvata in maniera del tutto unitaria dai diversi partiti presenti in Commissione.
E’ il Governo che invece ha esposto le sue perplessità sulla questione della salvaguardia mandando all’aria quello che si stava faticosamente costruendo. Il fondo apposito, aggiunge il presidente del comitato degli esodati, esiste ed è stato realizzato, però, da altri Governi precedenti. “Quello attuale – continua – non solo non ha stanziato un euro, ma cerca di depredare i 3 miliardi di residui”. Insomma dati contrastanti quelli comunicati dal Governo e dagli esodati che promettono di continuare la lotta senza interruzione fino a quando non gli sarà dato ciò che gli spetta.
Il numero di esodati secondo l’organizzazione è all’incirca sui 49.500; lavoratori che, per la legge Fornero, si sono visti tagliare fuori dalla pensione e dall’attività lavorativa. Continua il sit in sotto il Ministero dell’Economia e Finanze. Contestazione anche per l’economista del Pd Pietro Ichino secondo il quale il numero da tutelare scenderebbe a soli 1.177. Insomma una vera e propria guerra di numeri.