Una nuova proposta di riforma delle pensioni per risolvere il nodo della flessibilità in uscita è allo studio dai tecnici del Governo. Si tratta dell’introduzione della formula del part time che potrebbe essere messa in campo già nel corso del 2016. La legge di Stabilità potrebbe quindi arricchirsi di un nuovo elemento di agevolazione per coloro che hanno intenzione di abbandonare anticipatamente il posto di lavoro, a pochi anni dalla pensione. I requisiti per accedere a questa forma potrebbero scattare già dalla fine del 2018 e sono sempre quelli previsti dalla legge Fornero. A rivelare questo particolare è l’agenzia di stampa Adnkronos. Si tratta di un provvedimento che scatterebbe solo nel caso in cui ci sia un preciso patto tra il datore di lavoro ed il dipendente che sceglie di avvalersi di questa particolare tipologia di formula contrattuale.
Il proprietario dell’azienda così sottopone il lavoratore alla formula del part time 60%-40% con il versamento dei contributi che avrebbe dovuto versare l’Inps. Con questa formula il lavoratore potrà avere i contributi figurativi ed al momento dell’abbandono del posto di lavoro non vedrà una diminuzione dell’importo pensionistico. Si tratta di un provvedimento che tampona il problema della flessibilità, in attesa che la questione venga analizzata nei prossimi mesi, come annunciato dallo stesso primo ministro Matteo Renzi che ha rinviato la discussione della questione in un futuro non troppo lontano.
La misura messa in campo è il frutto di mesi di discussioni tra le varie aree del Governo con il ministro Poletti fin da subito propenso ad una soluzione condivisa sul tema della flessibilità, nonostante i continui stop messi in campo da Piercarlo Padoan da subito contrario a qualsiasi forma di provvedimento che miri la salute dei conti pubblici. Il costo di questa riforma per lo stato è comunque di 100 milioni di dollari ogni anno. Per ora la proposta è ancora allo studio dei tecnici del Governo.